Fonte: Giallozafferano
La conchiglia della cozza esternamente è di colore nero, con delle sfumature violacee, mentre l'interno è madreperlaceo, mentre la superficie esterna delle valve presenta cerchi concentrici che descrivono la crescita della conchiglia.
Tra le valve e gli organi più interni della cozza, vi è un mantello che varia in colore e spessore a seconda della fase riproduttiva in cui il mollusco si trova; il mitilo ha dimensioni massime di 11 cm, ma in commercio si trovano in media di 5 cm. La cozza vive aggrappata agli scogli, per mezzo di un filamento proteico detto “bisso”, secreto dal mitilo proprio con lo scopo di ancorarlo alle rocce.
La cozza è un mollusco molto presente in natura nel Mediterraneo e nell'Atlantico.
Il mitilo fu un mollusco noto ai nostri avi già dal Paleolitico: la dieta di quell’epoca dava infatti ai molluschi un'importanza centrale, e la sua diffusione era tale da aver raggiunto il Sud America, Nord Europa e la Patagonia.
La semplicità della preparazione delle cozze, in confronto ai pesci pinnati, sembra aver attirato i nostri pigri antenati, ma proprio per questa ampia diffusione fu però ignorata dai letterati, poeti, scrittori delle epoche antiche, che ce ne hanno lasciato solo poche e fugaci descrizioni. A rivendicarne la paternità sono i francesi, i quali affermano che il primo allevamento di cozze risalga al tardo VIII secolo, ma anche nelle isole britanniche sono state rinvenute antiche conchiglie di cozza, disposte in posizioni rituali con resti ossei di bovini.
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